Dialogo Evangelico Cattolico-Romano sulla Missione, 1977-1984. Intuizioni e Significato
by Graham Kings
Date added: 18/10/2016
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Dialogo Evangelico – Cattolico-Romano sulla Missione, 1977-1984.
Intuizioni e Significato
Relazione tenuta alla Pontificia Università Urbaniana – 7 ottobre 2016
dal Rt. Rev. Dr Graham Kings, Teologo della Missione nella Comunione Anglicana e Membro Onorario dell’Università di Durham
Introduzione
È una grande gioia per me poter essere qui con voi alla Pontificia Università Urbaniana, in questa settimana di celebrazioni per il cinquantesimo anniversario del Centro Anglicano a Roma. Sono molto grato al Rettore, il Rev. Alberto Trevisiol IMC, e al Decano della Facoltà di Missiologia, Prof. Carmelo Dotolo, per avermi invitato a tenere questa relazione.
Ho già avuto modo di incontrare varie volte la Prof.ssa Sandra Mazzolini della vostra Facoltà di Missiologia: nel maggio 2015 all’Università di Georgetown, e a gennaio e maggio di quest’anno a Roma e a Francoforte. Devo dire che in ogni incontro ho potuto godere della sua competenza e amicizia.
Quando il Santo Padre è stato eletto Papa nel 2013, ho commentato su twitter che egli era un ‘cattolico evangelico’ e che l’Arcivescovo Justin era un ‘evangelico cattolico’. A sua volta, il mio commento è stato retwittato dal Catholic Herald di Londra, che forse – o forse no – gli ha attribuito una certa serietà.
Di fatto mi riferivo alle origini argentine di Papa Francesco ed alla sua empatica comprensione del movimento evangelico locale, ed al retroterra evangelico e carismatico dell’Arcivescovo Justin nella Holy Trinity Church (Brompton, Londra), ed alla sua lunga appartenenza all’ordine carismatico cattolico Chemin Neuf. In seguito, questa intuizione è stata ulteriormente confermata dalla prima esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii Gaudium,e dalla fondazione, da parte dell’Arcivescovo Justin, della Comunità di S. Anselmo a Lambeth Palace.
Questo mi ha portato a riflettere sul tema delle Teologie cattolico-evangeliche e delle teologie evangelico-cattoliche della missione.Dal momento che ho una scrivania alla Lambeth Palace Library, ne ho approfittato per dedicarmi alla lettura dei documenti archivistici del Rev. John R. Stott (1921-2011) sulla materia e di quelli dell’Evangelical-Roman Catholic Dialogue on Mission (ERCDOM), che ha tenuto tre incontri tra il 1977 e il 1984 e di cui Stott fu il Co-Presidente anglicano. Rettore Emerito della All Souls Church (Langham Place, Londra), Scott fu uno statista e un teologo evangelico che, tramite i discorsi da lui tenuti nel 1977 al Cambridge Christian Union Mission, ha influenzato l’Arcivescovo Justin dopo la sua conversione. Il Co-Presidente cattolico-romano fu Mons. Basil Meeking (n. 1929), officiale e in seguito Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio dell’Unità dei Cristiani. Originario della Nuova Zelanda, è stato Vescovo della diocesi neozelandese di Christchurch (1987-1995).
Il 3 settembre 2016, il Vescovo Basil Meeking mi ha gentilmente scritto una email:
Quando, alla fine degli anni settanta, il Consiglio per l’Unità dei Cristiani ha avviato un dialogo con alcuni leader e teologi evangelici, tutto si è svolto con notevole facilità. Ciò in gran parte è dipeso dal Rev. John Stott. In nessun modo agiva e parlava come se le divergenze nella fede non importassero o non dovessero essere affrontate; è sufficiente considerare il suo libro The Cross of Christ, per rendersi conto che non era per niente disponibile a sacrificare i princìpi evangelici per un’unità a poco prezzo.
Malgrado tutto, dalla sua prospettiva anglicana, era anche in grado di vedere che importanti dottrine cristiane sono in realtà condivise dai cattolico-romani e da molti cristiani evangelici di varie denominazioni e che queste sostengono la missione cristiana, come intesa dagli evangelici e dai cattolici. Sono state la sua mente geniale e la sua santità che gli hanno permesso di aiutare ciascuno di noi, negli incontri di dialogo, a vedere che noi manteniamo certe comprensioni comuni nella fede, le quali esigono un nostro impegno nella missione.
Devo qui confessare un interesse personale. Nel luglio del 1977 ho avuto un anno sabbatico tra Oxford e Cambridge, lavorando come custode della All Souls Church (Langham Place). Ero sposato da un anno e vivevo con Alison in un appartamento dietro la chiesa, proprio di fronte alla BBC. Sebbene fossi solo il custode, John Stott, allora Rettore Emerito, mi invitò a far parte del suo gruppo di studio e mi ricordo di ERCDOM da allora.
Nel suo libro A History of English Christianity 1920-1985,Adrian Hastings ha saggiamente scritto di Stott:
In seno al movimento evangelico mondiale della seconda metà del secolo, il suo ruolo nei confronti di Billy Graham non è stato del tutto diverso da quello giocato cinquant’anni prima da J.H. Olden riguardo John R. Mott. In entrambi i casi, il meno appariscente ma più intellettuale inglese tentava di guidare il movimento verso nuove e meno semplicistiche prospettive. È sorprendente quanto Stott sia riuscito ad andare avanti senza perdere la fiducia di Graham. Ugualmente, a un livello internazionale potrebbe anche essere che non sia riuscito a trasformare un movimento prevalentemente americano al punto che avrebbe desiderato. Era in un campo non suo e non sapeva come fare. In Inghilterra era diverso. L’ecclesiologia, che era un elemento talmente inaccettabile nella sintesi di molti missionari americani ‘non denominazionali’, era pienamente accettata nell’evangelicalismo inglese che stava diventando sempre più coscientemente anglicano.
Dalle diverse lettere e dalle note assai franche conservate negli archivi, risulta chiaramente che Stott e Meeking godettero della reciproca compagnia, divennero amici e svilupparono un profondo rispetto l’uno per l’altro.
Un esempio al riguardo è una lettera di Stott a Meeking, datata primo ottobre 1979 e scritta dopo la visita di Giovanni Paolo II in Irlanda.
Sembra che il Papa abbia avuto un’importante visita in Irlanda. Tanti di noi sono grati per la centralità attribuita a Cristo nei suoi messaggi. Ci sono momenti nei quali sembra un autentico evangelico!.
Il dialogo evangelico – cattolico-romano sulla missione non è ben conosciuto oggi, come lo è stato quando il suo Report fu pubblicato nel 1986 e la rivista statunitense Time magazine ne fece un servizio speciale. In questa mia relazione, considererò in primo luogo il contesto, in secondo luogo gli incontri e in terzo luogo il Report dell’ERCDOM, per concludere poi con le sue intuizioni e con il suo significato.
- A. Contesto
Due importanti conferenze mondiali (1974), l’una evangelica e l’altra cattolica, costituiscono il contesto dell’ERCDOM. Si tratta del Congresso di Losanna per l’Evangelizzazione Mondiale, che ha prodotto il fondamentale Lausanne Covenant (1974), il cui architetto è stato John Stott, e della Terza Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi Cattolici, riunito a Roma nel 1974 per discutere sull’evangelizzazione, a cui ha fatto seguito l’esortazione apostolica di Paolo VI Evangelii Nuntiandi (1975). Ad esse, va aggiunto l’incontro a Nairobi del WCC nel 1975.
Negli archivi, una nota di Stott (4 dicembre 1975) è intitolata Proposal for Roman-Catholic – Evangelical Dialogue of Mission:
Incontro preliminare di Basil Meeking e John Stott a Santa Barbara all’inizio di ottobre 1975; a novembre, durante la Quinta Assemblea del WCC a Nairobi è stato tenuto un pranzo di lavoro con la partecipazione, da parte cattolico-romana, di Charles Moeller, Pierre Duprey e Basil Meeking e, da parte evangelica, di David Hubbard, del Vescovo Don Cameron e di John Stott.
Confidenzialità. È stato proposto che la conferenza sia privata, che non le sia data alcuna pubblicità in anticipo e che nessun report sia pubblicato in seguito [nota aggiunta a penna: ‘senza mutuo accordo’].
Il fatto che ERCDOM si sia sviluppato in tre incontri in tutto e abbia pubblicato un report significativo manifesta il valore del suo processo di sviluppo.
- B. Incontri
- 1. Venezia, Aprile 1977
Stott giunse a Venezia in fretta e furia, subito dopo aver presieduto il secondo National Evangelical Anglican Congress (Nottingham, 14-18 aprile 1977). Il 18 aprile concluse il congresso con la firma del Nottingham Statement; il giorno successivo, iniziò l’incontro ERCDOM (19-23 aprile).
Da parte evangelica, i partecipanti furono: il Prof. Peter Beyerhaus, il Vescovo Donald Cameron, il Dott. Orlando Costas, il Sig. Martin Goldsmith, il Dott. David Hubbard, il Rev. Gottfried Osei-Mensah, il Rev. Peter Savage e il Rev. John Stott.
Tra gli otto partecipanti, tre erano Anglicani: Stott, Cameron (Vescovo di Sydney del Nord) e Goldsmith (docente di studi sulla missione all’All Nations Christian College).
Da parte cattolica, i partecipanti furono: Sr. Joan Chatfield, P. Pierre Duprey, Mons. Basil Meeking, P. Dionisio Minguez Fernandez, P. John Paul Musinsky, P. Waly Neven, P. Robert Rweyemamu e P. Thomas Stransky.
Interessante è il fatto che tra i partecipanti evangelici non ci fossero donne, mentre una era presente nel gruppo cattolico. Interessante è altresì che Pierre Duprey fosse sia un delegato alla Anglican-Roman Catholic International Commission, sia Sotto-Segretario presso il Segretariato per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Il breve comunicato stampa, nel notare con attenzione un contrasto, accennò al fatto che i partecipanti evangelici non ‘rappresentavano alcun gruppo particolare ma partecipavano a titolo puramente privato’ e che quelli cattolici erano ‘nominati dal Segretariato per la promozione dell’Unità dei Cristiani’.
Nel suo Memorandum sulla riunione, Stott elencò le sezioni discusse, quali la Chiesa del Vangelo; l’incarnazione del Vangelo; l’agente del Vangelo; conversione; inculturazione; l’azione di Dio al fuori della comunità cristiana; la testimonianza comune.
Sul tema dell’autorità scrisse:
È stato osservato che per gli evangelici tali documenti [Lausanne Covenant] non sono né finali, né autorevoli, mentre i documenti ufficiali della Chiesa [Evangelii Nuntiandi] possono avere per i cattolico-romani una funzione di insegnamento autorevole.
Per quanto riguarda il concetto di Karl Rahner di ‘Cristiani Anonimi’, che non è gradito agli evangelici, Stott annota:
Spesso nella discussione sembrava esserci una questione di accento. Mentre i cattolici direbbero che alcuni sono salvati al di fuori della comunità cristiana, gli evangelici preferiscono dire che alcuni potrebbero essere salvati, che coloro che rispondono alla rivelazione naturale, ai dettami della coscienza, alla legge scritta nei loro cuori “sono” o “potrebbe essere” salvati dal potere della croce di Cristo, in vista della quale Dio ignora i peccati da loro commessi in precedenza.
Il 30 maggio del 1977, John Stott indirizzò un caloroso scritto al Cardinale Jan Willebrands, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
L’apprensione iniziale con cui alcuni di noi si accostarono al dialogo si trasformò presto in fiducia, il sospetto in stima e persino in affetto.
Lei potrebbe aver sentito parlare della serata nella quale abbiamo condiviso in modo naturale ed informale le nostre esperienze su Gesù Cristo; abbiamo gioito della grazia di Dio, che abbiamo visto l’uno nell’altro.
Le nostre discussioni furono aperte, pertinenti e amichevoli. Entrambe le parti coinvolte nel dialogo hanno ricevuto diverse sorprese. Da parte nostra, siamo stati lieti di scoprire l’orientamento biblico dei membri romano-cattolici, e siamo stati grati per la cortesia con la quale i nostri contributi sono stati recepiti. Allo stesso tempo, anche se un certo consenso era evidente, noi eravamo forse dispiaciuti, perché non abbiamo fatto ulteriori progressi in vista di una vera e propria dichiarazione scritta.
Ci auguriamo, quindi, che un altro dialogo possa essere possibile fra circa un anno ... Da parte evangelica, ci auguriamo che il Lausanne Committee for World Evangelization possa essere disposto a nominare un gruppo di persone e a sponsorizzare il dialogo.
Nell’evento, il Lausanne Committee non aveva nominato ufficialmente un team né offerto alcun supporto.
- 2. Cambridge, Marzo 1982
Tra Venezia e Cambridge, Stott e Meeking cercarono di convocare alcuni incontri regionali in tutto il mondo; ma data l’insorgenza di diversi problemi, ebbero luogo soltanto due incontri, a Londra e negli Stati Uniti.
Il 29 giugno del 1978, Stott indirizzò un’interessante lettera al Vescovo Alan C. Clark, Presidente della Commissione ecumenica della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e co-presidente della Anglican-Roman Catholic Commission, esordendo con le seguenti parole:
Caro Vescovo Clark,
I miei più cordiali saluti! Non so se ricorda che abbiamo un amico comune, Julian Charley, e che ci siamo incontrati con il Vescovo Kenneth Sansbury in una riunione convocata dal vescovo Maurice Wood durante la Settimana Santa, in cui Lei era in disaccordo con la mia dottrina dell’espiazione!».
Stott descrive poi l’ERCDOM e i dialoghi regionali in vista della preparazione di un secondo incontro e prosegue:
Il suo scopo è quello di studiare aree di convergenza e di divergenza nella nostra comprensione della missione, emerse dal Congresso di Losanna, dall’Esortazione apostolica del Papa, Evangelii Nuntiandi, e dall’Assemblea del WCC di Nairobi.
È interessante notare qui che, per la prima volta, l’Assemblea del WCC di Nairobi è menzionata insieme al Lausanne Covenant e all’Evangelii Nuntiandi, entrambe già prese in considerazione dall’ERCDOM.
La risposta, datata 22 luglio 1978, ha la stessa semplicità:
Caro Dott. Stott,
La ringrazio per aver scritto, e mi scuso se c’è stato qualche ritardo nel rispondere alla sua lettera. Spero che mi abbia perdonato per aver disapprovato la sua dottrina dell’espiazione! [...]
Forse ho disapprovato la sua dottrina dell’espiazione, ma mi ricorderò con gratitudine e meraviglia il suo magnifico discorso alla Conferenza dei Leader della Chiesa nel 1972.
Tra l’aprile e il maggio del 1979, c’è stato un interessante scambio di lettere tra Meeking e Stott a proposito dell’agenda per l’ERCDOM II, che mostra come la loro relazione fosse incentrata su una reciproca dinamica di dare e ricevere.
Il 21 aprile 1979, Meeking scrisse:
Devo dire molto francamente che ho un problema sostanziale circa l’Agenda Comune [per ERCDOM II] come si presenta allo stato attuale. Essa è pensata per riunioni congiunte di cattolico-romani ed evangelici, ma alla lettura sembra un documento evangelico. Non credo che sia opportuno che l’agenda per un tale incontro abbia già preso una posizione ...
Sono quindi dell’avviso che l’agenda debba essere strutturata in modo tale che, presentando le questioni, ci sia spazio per le prospettive di entrambe le parti e che essa non dovrebbe trovarsi esposta all’accusa di propendere per l’una o per l’altra parte, predeterminando così la discussione. Sono sicuro che anche lei capirà e percepirà questo problema come ho cercato di presentarlo.
Ho cercato quindi di rivedere l’agenda ... Da parte cattolico-romana, mi sembra essenziale parlare della salvezza come opera dello Spirito, menzionare almeno la risurrezione e indicare la relazione tra il Vangelo e la comunità.
Potrebbe farmi avere le vostre reazioni e le ulteriori modifiche che vorreste apportare?
La risposta di Stott del 31 maggio 1979 fu conciliante:
Vengo ora all’agenda comune. Sono molto contento che lei si sia trovato in sostanziale accordo con la mia proposta. Ma mi dispiace di essere stato tanto insensibile da produrre un documento di sapore ‘evangelico’! Sono piuttosto soddisfatto delle correzioni suggerite e naturalmente sostengo il vostro desiderio di inserire l’esame delle dottrine della Resurrezione, dello Spirito e della Chiesa ... .
Originariamente previsto per il marzo del 1981, il secondo incontro venne rinviato all’anno successivo, a causa di un ‘indurimento dei punti di vista’ di alcuni evangelici conservatori, che non facevano parte dell’ERCDOM, e della contestata (da alcuni) presenza di due Cattolici al Lausanne meeting (Tailandia, 1980), perché non annunciata in precedenza.
Mostrando la propria appassionata perseveranza, Stott presiedette una riunione di emergenza convocata nel suo appartamento di Londra, alla quale presero parte Martin Goldsmith, Basil Meeking e Tom Corbishley (11 febbraio 1981). Si trovò un modo per procedere. Stott scrisse una nota sull’’Irrigidimento dei punti di vista’:
Basil ha detto che, sullo sfondo di questo contesto, la continuazione del dialogo potrebbe sembrare ad alcuni incompatibile con il vero ecumenismo, perché i cattolico-romani furono già rifiutati come non-cristiani.
JRWS sottolineò (e M. Goldsmith) le cicatrici che alcuni avevano avuto da recenti persecuzioni; la situazione non era fondamentalmente cambiata, data l’ampiezza dello spettro di comportamenti da parte evangelica, con atteggiamenti diversi circa la chiesa romano-cattolica; situazione tra l’altro esacerbata dalla goffaggine di WEF e COWE PR; e ad alcuni sembrava che l’elezione di Giovanni Paolo II dovesse rafforzare il conservatorismo della Chiesa Cattolica-romana.
Per quanto riguarda la scelta del Trinity College (Cambridge), Stott scrisse un Memorandum ai partecipanti evangelici:
Ho confessato a Basil che non siamo in grado di competere con Venezia! E non posso neanche presentare un Cardinale Arcivescovo o un Patriarca che possa intrattenerci! Ma al Trinity College di Cambridge (il mio vecchio collegio), hanno accettato di ospitarci. Sarà organizzato un tour dei collegi di Cambridge. Saremo alloggiati in camere del collegio (piuttosto antiquate, senza bagno privato ecc. quindi siete avvertiti!), e potremo prendere tutti i nostri pasti nella Hall (con il famoso ritratto di re Enrico VIII, che ci guarda dall’alto in basso con un misto di severità e di condiscendenza).
Da parte evangelica, i partecipanti furono: il Dott. Kwame Bediako, il Prof. Peter Beyerhaus, il Vescovo Donald Cameron, il Sig. Martin Goldsmith, il Dott. David Hubbard, il Rev. Peter Savage, il Rev. John Stott e il Dott. David Wells.
Significativa fu la sostituzione del Rev. Gottfried Osei-Mensah con il Dr. Kwame Bediako. Entrambi erano originari del Ghana. Il primo era il Segretario generale del Lausanne Commettee,il secondo un dottorando e professore presso l’Università di Aberdeen, diventato in seguito uno dei maggiori teologi africani.
Da parte cattolica, presero parte all’incontro Sr. Joan Chatfield, P. Parmananda Divarkar, P. Pierre Duprey, P. René Girault, Monsignor Basil Meeking, Mons. Jorge Mejia, P. John Mutiso-Mbinda, P. John Redford, Mons. Pietro Rossano, P. Thomas Stransky.
Nove documenti di base erano stati diffusi in precedenza e furono presentate le nove relazioni che erano state commissionate.
Vale la pena citare per esteso alcune note olografe di Stott relative alle discussioni orali, perché danno un’idea degli scambi animati – sembra quasi di essere lì con loro al Trinity College –, e della scelta di citazioni che Stott riteneva significative.
In reazione alla relazione di David Wells su come gli evangelici vedono i cattolici
Basil: Per la trasmissione della fede, la Chiesa guarda ai vescovi, non ai teologi.
JRWS [ie Stott]: Giudicare la Chiesa cattolica dai vescovi che insegnano la fede, non dai teologi che la indeboliscono!
Basil:Costellazione di vescovi, teologi e consenso di fede.
Tom [Stransky]: Vescovi e teologi non sono polarizzati. La linea di demarcazione attraversa entrambi i gruppi.
In reazione alla relazione di Tom Stransky su come i cattolici vedono
gli evangelici
Kwame [Bediako]: Non vuole trascinarsi in polemiche della storia passata, che non è la nostra storia – il Cristo introdotto in Africa da differenti tradizioni ci sembra essere lo stesso Cristo.
Circa Verbum Dei
Tom Stransky: A Pattaya [Convegno sponsorizzato dal Lausanne Movement in Tailandia], Waldron Scott ha detto che vedeva il Consiglio Mondiale delle Chiese come ‘giovanneo’ e gli evangelici come ‘paolino’.
Jorge Mejia: La Chiesa vs. la Scrittura è un problema antico. Egli non le vede come realtà completamente distinte. La Scrittura è il risultato dell’operare di Dio attraverso gli uomini come strumenti nella Chiesa (e l’unità della Scrittura è dovuta all’unità della Chiesa). Così la Chiesa è dietro, davanti e sotto la Scrittura, e dopo di essa. La Parola di Dio crea la Chiesa, ma poi essa è tradotta e comunicata per mezzo della Chiesa.
JRWS:Gesù era contro le tradizioni degli anziani. Anche Paolo e Giovanni (Ap 2, 3). Conflittuale.
Tom Stransky: Nel Cristianesimo evangelico e nelle sue istituzioni c’è la possibilità di non essere riformati dalla Scrittura. Noi razionalizziamo il nostro non venire riformati – sia cattolici sia protestanti – dobbiamo percepire questa evasione della sfida. Perché poi i ‘Cristiani della Bibbia’ sono spesso i più razzisti? [Stott ha segnato con una linea questo commento a margine].
John Mutiso-Mbinda: Scrittura, tradizione e comunità credente sono il treppiede di uno sgabello africano.
Mercoledì.
Kwame Bediako: Ireneo: non solo dove c’è il vescovo lì c’è la Chiesa, ma anche dove Gesù Cristo è confessato lì c’è la Chiesa. Quindi, tradizione e confessione hanno entrambe un posto.
Critica della Missiologia evangelica, del Principio Omogeneo dell’Unità, dei ‘Movimenti del Popolo’ – le barriere culturali sono penetrabili.
Tom Stransky (risposta):
1. le divisioni tra l’Est e l’Ovest e quelle tra Roma e i protestanti sono entrambe ‘Nord’ per molte persone, e non più una preoccupazione per il loro Terzo Mondo. Le teologie del Terzo Mondo non sono più periferiche. Stiamo ascoltando le domande che la gente del Terzo Mondo sta ponendo alla Bibbia?
2. Non basta guardare la cultura del paese ricevente; la nostra cultura ci lega e ci acceca. Essere ‘contro-cultura’ è popolare, ma se ognuno è questo, esso diviene parte della cultura! I giovani statunitensi partecipano a incontri contro-culturali negli Hotel Hilton!.
Peter Beyerhaus: Per i cattolico-romani, il peccato originale è meno una perversione radicale che un danno [...] I cattolico-romani si basano sull’Incarnazione e sull’incorporazione e gli evangelici sulla Croce, che è giudizio sull’uomo e quindi sulla nostra cultura.
David Hubbard: La sicurezza è una difficoltà. Ma i cattolico-romani non stanno forse perdendo la nota neotestamentaria della gioia e della conoscenza?
Circa Maria
René Girault:per quanto riguarda “mediatrix”. Prima del Vaticano II, alcuni vescovi avevano chiesto una definizione, ma questo non è stato fatto. Il Cardinal Bea chiese che ‘mediatrix’ non fosse utilizzato. Ricorre una sola volta nel cap. 8 [della Lumen Gentium] insieme ad altri titoli. Ma più volte si afferma invece che Cristo è l’unico mediatore.
Meeking: ‘Non posso sopportare il termine 'mediatrix’ e provo una immensa difficoltà con esso. Tuttavia lo si deve pronunciare.
Riguardo le Altre Religioni.
Donald Cameron: La citazione di John V.Taylor è inaccettabile. In generale, l’uomo non è perdonato ma alienato.
Jorge Mejia: ‘Extra ecclesiam nulla salus’ è stato condannato dal Santo Uffizio nel 1949.
René Girault: Yves Congar ha detto che ‘fuori della Chiesa non c’è salvezza’ ora è sostituito o fatto seguire da ‘la Chiesa come sacramento di salvezza’. La prima formula fu di Cipriano, e ha reso le cose rigide. La seconda è apparsa con il Concilio.
Pietro Rossano: tutta la Salvezza è da Cristo, ma alcune persone che lo rifiutano stanno rifiutando una caricatura concettuale.
Lavorare insieme? Specialmente Testimonianza Comune
Tom Stransky: Siamo separati a causa di quanto ci siamo fatti reciprocamente; possiamo essere uniti solo a causa di ciò che Cristo ha fatto per noi.
Tom Stransky: Questo è l’ultimo ERCDOM? Speranze per un terzo e conclusivo. Si dovrebbe considerare seriamente questo punto, soprattutto perché il I e il II non si completano. L’unico cardine intorno al quale possiamo convenire è la Missione. In ERCDOM II non c’è stato nessun tema unificante, eccetto che l’ermeneutica. Sì, il I e il II potrebbero essere integrati, e un III potrebbe produrre una sintesi di I e II.
John Redford: (a) gli argomenti dell’ARCIC sono di particolare interesse per l’ala ‘cattolica' della Chiesa d’Inghilterra (Autorità, Eucaristia, Ministero); (b) Dei 12 anglicani solo uno è evangelico. Quindi, gli interessi e le formulazioni teologiche sono cattolico-liberali. Così il crescente Movimento Evangelico è lasciato fuori. ERCDOM è quindi di importanza incalcolabile.
Il comunicato stampa, di una pagina e mezza, ha preso l’avvio dal contesto storico:
La Riforma Inglese cominciò a Cambridge, quando Cranmer, Ridley, Latimer e altri si riunirono al White Horse Inn per studiare il Nuovo Testamento greco di Erasmo. Così è sembrato appropriato che Cambridge fosse la sede per il secondo incontro dell’International Evangelical-Roman Catholic Dialogue on Missione (ERCDOM).
Nei due mesi successivi all’ERCDOM II accaddero due fatti significativi. Nel mese di aprile del 1982, fu pubblicato The Final Report of the Anglican-Roman Catholic International Commission. Mentre Stott fu critico al riguardo e, a nome del Church of England Evangelical Council, scrisse l’Evangelical Anglicans and The ARCIC Final Report: an Assessment and Critique, più tardi nello stesso anno Julian Charley, ex curato di Stott e anglicano evangelico, scrisse più positivamente sull’ARCIC (Rome, Canterbury, and the Future).
Il mese successivo, Papa Giovanni Paolo II visitò la Gran Bretagna (maggio 1982). Nella sua Newsletter per la Pasqua del 1982, Stott scrisse positivamente sull’ERCDOM II e, relativamente al primato del papa, dichiarò di rimanere «scettico su questa proprietà (consentendone soltanto la possibilità)». Circa la visita del papa, commentò: “Il mio punto di vista è meglio ricapitolato dall’affermazione che noi dovremmo ‘accoglierlo come Giovanni Paolo, ma non come Pietro’”.
- 3. Landevennec, Francia, Aprile 1984
Sia Stott che Meeking furono incoraggiati dalla proposta di un ERCDOM III. Stott trascorse due giorni ad accorpare il Memorandum di Venezia e il Cambridge Report, commentando con Meeking (12 aprile 1983):
Confermo che le lacune principali, come abbiamo concordato, sembrano essere la Cristologia (in particolare la persona di Cristo), l’opera dello Spirito Santo, la natura e la base della missione, e la spinosa questione della testimonianza comune.
Il 7 giugno del 1983, Meeking fece un interessante rilievo ecclesiologico, accettato da Stott:
A p. 25 [dei documenti accorpati di ERCDOM I e II] “locale” al posto di “nazionale” aiuta i cattolico-romani, perché per loro “nazionale” male sonans dal punto di vista ecclesiologico.
Landevennec, in Bretagna, è uno dei più antichi monasteri francesi.
I partecipanti evangelici furono: il Dott. Kwame Bediako, il Vescovo Donald Cameron, il Dott. Harvie Conn, il Sig. Martin Goldsmith, il Rev. John Stott ed il Dott. David Wells.
I partecipanti cattolici furono: Sr. Joan Chatfield, P. Matthieu Collin, Sr. Joan Delaney, P. Claude Geffré, Mons. Basilio Meeking, P. Philip Rosato, il Vescovo Anselme Sanon, P. Bernard Sesboué, P. Thomas Stransky.
Tra i partecipanti cattolici c’erano quindi, per la prima volta, due suore e un vescovo.
Kwame Bediako tenne un intervento chiave, The Work of the Holy Spirit in Mission. In aggiunta all’esposizione su Giustino Martire e sui ‘santi pagani’, ha sottolineato:
Alla luce di Efesini 4, 13, l’unità “nella nostra fede e nella nostra conoscenza del Figlio di Dio” non può essere il possesso di una sola fase del Cristianesimo; è piuttosto l’eredità di tutte le “età” della Fede, in modo che, sebbene completa in Cristo da tutta l’eternità, la pienezza della sua rivelazione nella Chiesa rimane di fronte a noi. [A questo punto, Stott ha messo un punto interrogativo a margine della sua copia di questo documento]. Ciò significa che la nostra partecipazione alla spinta diretta verso l’esterno e interculturale della missione è essenzialmente una partecipazione con e nello Spirito Santo alla Sua rivelazione di Gesù Cristo.
Dopo l’incontro, ci fu una corrispondenza tra Bediako e Stott. Bediako scrisse:
Forse potete ricordare che nel corso di una sessione plenaria, il Vescovo Cameron osservò che l’eredità della Riforma era stata indebolita nelle Chiese più giovani ...
Capirete che ciò che mi angosciava era che percepivo esserci una tendenza a proiettare gli interessi e le paure degli evangelici del “Nord-Atlantico” a tal punto che sembrava non potesse esistere altro modo di essere evangelico nella Chiesa mondiale.
Le sessioni finali dell’incontro furono concentrate sulla stesura della relazione ERCDOM. Per la maggior parte andò bene, con l’eccezione della sezione finale – The Possibilities of Common Witness – che a Stott parve bisognosa di una successiva revisione. Il 24 aprile 1984 scrisse un Memorandum a Meeking, Stransky, Cameron e Delaney:
Non mi sembrava che la bozza rivista, presentata alla Plenaria, rendesse giustizia al soggetto, o agli interventi iniziali di Tom Stransky e di Don Cameron.
È probabile che molti lettori si rivolgano prima a quest’ultimo capitolo del nostro Report. È la conclusione del Report ed è l’unica sezione pratica. Non deve essere vista come meno accurata rispetto alle sezioni teologiche precedenti».
Il 13 agosto Meeking rispose suggerendo alcune revisioni, molte delle quali furono accettate.
- C. Report
Il Report – di 23.000 parole – è stato pubblicato per la prima volta nell’International Bullettin of Missionary Research (gennaio 1986), poi da Eerdmans (Stati Uniti), da Paternoster Press (Regno Unito), e dal Vaticano. Stott fu il curatore, Meeking si occupò della maggior parte della bozza dell’Introduzione e, secondo Stott, ‘il Segretariato l’ha rivista minuziosamente in modo che rispecchi le loro raccomandazioni’.
Oltre all’introduzione ed alla conclusione, consta di sette capitoli intitolati: Revelation and Authority; The Nature of Mission; The Gospel of Salvation; Our Response in the Holy Spirit to the Gospel; The Church and the Gospel; The Gospel and Culture; e The Possibilities of Common Witness.
Ciascun capitolo inizia con un commento che introduce le sezioni.
Introduzione.
I partecipanti evangelici sono descritti come ‘facenti parte di un certo numero di Chiese e organizzazioni cristiane. Essi non sono rappresentanti ufficiali di un organismo internazionale’. Una panoramica utile della diversità dell’evangelismo è offerta quindi prima di ‘una raccolta di convinzioni teologiche’.
I partecipanti cattolico-romani ‘hanno parlato dal punto di vista della dottrina ufficiale della loro Chiesa’ e ‘sono stati nominati dal Segretariato Vaticano per la Promozione dell’Unità dei Cristiani’. È stato dato un breve riassunto del Concilio Vaticano II, del suo approccio alla Scrittura e del suo riconoscimento quale ‘terreno comune con gli altri cristiani’.
Il background della Lausanne Covenant e dell’Evangelii Nuntiandi, la loro ‘convergenza sulla natura della predicazione del Vangelo’, l’esperienza del dialogo durante i tre incontri, sono descritti prima dal commento. ‘Questo Report non è in alcun senso una ‘dichiarazione concordata’, ma piuttosto una registrazione fedele di idee condivise’.
- 1. Rivelazione e Autorità
Ci sono quattro sezioni: Revelation, the Bible, and the Formulation of Truth; Principles of Biblical Interpretation (con le sottosezioni: Humble Dependence on the Holy Spirit; The Unity of Scripture; Biblical Criticism, The Literal Sense, e A Contemporary Message); The Church’s Teaching Authority (con le sottosezioni: The Individual and the Community e The Regulation of Christian Belief); Can the Church be Reformed? (con le sottosezioni The Need for Reform e Our Response to God’s Word).
Due citazioni chiave sono:
Dato che i testi biblici sono stati ispirati da Dio, concordiamo che essi rimangono il riferimento ultimo, permanente e normativo della rivelazione di Dio (1.1).
Molti dei nostri maestri appartengono al passato. Sia gli evangelici sia i cattolico-romani hanno ereditato un ricco patrimonio di tradizione. Noi apprezziamo i credi, le confessioni e le dichiarazioni conciliari. Noi consultiamo accuratamente gli scritti dei Padri della Chiesa. Noi leggiamo libri e commentari (1.3)
- 2. La Natura della Missione
Le quattro sezioni di questa parte includono: The Basis of Mission; Authority and Initiative in Mission; Evangelization and Socio-political Responsability; e God’s Work Outside the Christian Community.
Le citazioni chiave sono:
Concordiamo che “missione” si riferisce a ogni area di bisogno umano, sia spirituale sia sociale. La responsabilità sociale è una parte integrale dell’evangelizzazione; e la lotta per la giustizia può essere una manifestazione del Regno di Dio (2.3)
I cattolico-romani si aspetterebbero che la misericordia di Dio sia esercitata efficacemente, per la sua grazia, in un’azione benefica a favore della maggior parte dell’umanità, a meno che gli esseri umani non rifiutino espressamente la sua offerta. Tale disposizione dà loro motivo di fiducia. Gli evangelici ritengono che questo punto di vista non abbia alcuna esplicita giustificazione biblica, e che questo tenderebbe a diminuire lo zelo evangelizzatore della Chiesa. Gli evangelici sono quindi meno ottimisti circa la salvezza di coloro che non hanno alcun rapporto personale con Dio per mezzo di Gesù Cristo (2.4).
3. Il Vangelo della Salvezza
Ci sono quattro sezioni – Human Need; The Person of Jesus Christ; The Work of Jesus Christ; The Uniqueness and Universality of Jesus Christ –, seguite da un’appendice, The Role of Mary in Salvation (con due sottosezioni: The Interpretation of Scripture e Mary and Salvation).
Le citazioni chiave sono:
I cattolici pensano che gli evangelici insistano troppo sulla corruzione degli esseri umani, affermando la loro “totale depravazione” [...] mentre gli evangelici ritengono che i cattolico-romani la sottovalutino e che siano quindi incautamente ottimisti circa la capacità, l’abilità e il desiderio degli esseri umani di rispondere alla grazia di Dio (3.1).
Gli evangelici mettono troppa enfasi sulla verità che la morte di Cristo sia stata “sostitutiva”. Nella sua morte, ha fatto qualcosa che non ha fatto durante la sua vita ... I cattolico-romani esprimono la morte di Cristo maggiormente in termini di “solidarietà”. Secondo la loro comprensione, per mezzo della sua morte, Gesù Cristo ha fatto una perfetta offerta di amore e di obbedienza al Padre, che ricapitolò l’intera sua vita (3.3).
- 4. La nostra Risposta al Vangelo nello Spirito Santo
Ci sono quattro sezioni The Work of the Holy Spirit; Conversion and Baptism; Church and Membership.
Le citazioni chiave sono:
I membri della Chiesa hanno un costante bisogno di essere rafforzati dalla grazia di Dio. I cattolico-romani e gli evangelici comprendono la grazia differentemente, almeno in parte. I cattolico-Romani la pensano di più come vita divina, gli evangelici come favore divino (4.3).
Gli evangelici credono che ai cattolici manchi a volte una gioia visibile in Cristo, che la loro fede dovrebbe dare, mentre i cattolico-romani pensano che gli evangelici non siano sufficientemente attenti agli avvertimenti neotestamentari contro la presunzione [...] In sintesi, ai cattolico-romani gli evangelici sembrano più pessimisti circa la natura umana prima della conversione, ma poi più ottimisti riguardo ad essa dopo tale evento, mentre gli evangelici sostengono il contrario a proposito dei cattolico-romani. I cattolico-romani e gli evangelici hanno insieme concordato che la certezza cristiana è più una certezza di fede (Eb 10, 22) che di esperienza, e che la perseveranza fino alla fine è un dono gratuito di Dio (4.4).
- 5. La Chiesa e il Vangelo
Le quattro sezioni sono: The Church is Part of the Gospel; The Church is a Fruit of the Gospel; The Church is an Embodiment of the Gospel; The Church is an Agent of the Gospel.
Una citazione chiave è:
Sia gli evangelici sia i cattolico-romani sono consapevoli dei passati fallimenti nel loro comprendere la Chiesa. I cattolico-romani si sono concentrati sulla Chiesa come istituzione gerarchica, ma ora (dal Vaticano II) la vedono in una nuova prospettiva, sottolineando importanti immagini bibliche come quella del popolo di Dio. Gli evangelici hanno a volte predicato un vangelo eccessivamente individualista, “Cristo morì per me”. Questo è vero (Gal 2, 20), ma è distante dalla verità intera, che consiste nel fatto che Cristo offrì se stesso per noi “per purificare per sé un popolo” (Tit 2, 14) (5.1).
- 6. Vangelo e Cultura
Le quattro sezioni sono: Culture and the Bible; Culture and Evangelization; Culture and Conversion; Culture and Church Formation.
Una citazione chiave è:
Nello sviluppo della comunità cristiana in ogni luogo, come nelle altre aree che abbiamo menzionato, i missionari devono evitare ogni forma di imperialismo culturale, cioè l’imposizione sulla Chiesa di forme culturali aliene. Proprio come il Vangelo deve essere inculturato, così bisogna che anche la Chiesa sia inculturata (6.4).
- 7. Le Possibilità di Testimonianza Comune
Le tre sezioni sono: Our Unity and Disunity; Common Witness; Unworthy Witness. La lunga seconda sezione, Common Witness, ha sette sottosezioni: Bible Translation and Publishing; Use of Media; Common Service; Social Thought and Action; Dialogue; Worship; Evangelism. Soltanto alcuni aspetti delle due ultime sottosezioni hanno generato dei problemi particolari, che si sono focalizzati sulla condivisione dell’Eucaristia e sull’Evangelizzazione.
Una citazione chiave è:
Noi desideriamo affermare insieme tutte queste verità [circa l’evangelizzazione]. Tuttavia, in settori importanti, un accordo sostanziale sembrerebbe essere prematuro, anche se siamo a conoscenza di situazioni, in alcune parti del mondo, in cui gli evangelici e i cattolico-romani si sono sentiti in grado di formulare una proclamazione comune (7.2.g).
Conclusione.
Il Report conclude positivamente:
Noi che abbiamo partecipato a ERCDOM III concordiamo che dovrebbe essere colta ogni possibile occasione di testimonianza comune, eccetto dove la coscienza lo vieti...
Noi crediamo che il dialogo evangelico – cattolico-romano sulla missione abbia ora completato il suo compito. Allo stesso tempo, ci auguriamo che il dialogo sulla missione tra i cattolico-romani e gli evangelici continui, preferibilmente su base regionale o locale ...
Noi affidiamo a Dio questi sforzi passati e futuri e preghiamo che “vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo” (Ef. 4, 15).
- D. Conclusione: Intuizioni e significato.
Nel suo editoriale per la pubblicazione del Report (gennaio 1986), Gerald H. Anderson, direttore dell’International Bulletin of Missionary Research, ha commentato:
Di tanto in tanto c’è un evento di tale importanza nel plasmare il corso futuro della teologia della missione e la pratica della missione, da diventare una parte permanente dello scenario degli studi sulla missione ... A nostro giudizio, [il Report ERCDOM ] è un punto di riferimento che avrà un’influenza duratura sulla nostra comprensione e pratica della missione».
Un articolo anonimo della rivista Time (3 febbraio 1986), intitolato A Near Miracle: Divided Christian in Accord, ha offerto un accurato resoconto. Citando David Wells, ha affermato:
‘Il Vaticano non era abituato a trattare con un movimento a maglie larghe come gli evangelici’, e concluso: ‘Qualunque cosa ne possa trapelare, il contatto rappresenta una svolta per gli evangelici, che in passato sono stati fermamente anti-ecumenici e anti-cattolici’.
Il 7 aprile 1986, Clifford Longley ha scritto sul Times un pezzo intitolato It all depends on what is meant by the concept of ‘assurance’. Egli è stato positivamente ironico e realistico, citando e commentando il capitolo 4. 4 su questo argomento.
In questa conferenza, scavando ed esplorando gli archivi di Stott nella Biblioteca di Lambeth Palace, abbiamo scoperto un ricco filone negli strati archeologici di un periodo significativo per la missione e per l’ecumenismo, dal 1977 al 1984.
Sia il dialogo sia il conseguente Report sono stati straordinari e unici nel loro tempo. Lo stile del Report è ordinato, irenico, lucido e conciso - come ci si sarebbe aspettati da Stott. Il contenuto è imparziale nei suoi chiarimenti circa le due tradizioni.
C’è stato un vicendevole ascolto nel dialogo ed una duplice direzione nell’insegnamento del Report, con l’interpretarsi scambievole di cattolico-romani ed evangelici. L’obiettivo era di comprendersi reciprocamente, nella speranza che il Report sarebbe diventato un sussidio didattico nella missione e nell’ecumenismo.
Stott era noto come bird watcher e ha chiamato gli “uccelli del cielo” nostri maestri, seguendo il comando del Signore (Matteo 6, 24). Dal Lausanne Covenant è chiaro che egli aveva imparato sia dal movimento ecumenico in occasione della WCC conference di Uppsala (1968), sia dagli Evangelici nel ‘Terzo Mondo’ in occasione dei suoi viaggi. Ora, mediante la condivisione e la discussione nel processo ERCDOM, aveva raccolto conoscenze anche dai teologi e dai missiologi cattolico-romani.
La tradizione anglicana è sia cattolica sia riformata, e così è ‘ecumenica’ in se stessa. Il Report ERCDOM fornisce un eccellente materiale didattico per l’ampiezza dell’identità anglicana, inclusa la tradizione liberale, che si potrebbe dire essere rappresentata dalla piccola parola “e” nella frase ‘cattolica e riformata’.
Mi sembra che il processo ERCDOM e il Report abbiano gettato le basi per il lavoro dell’attuale Anglican-Roman Catholic Commission on Unity and Mission (IARCCUM), che si è riunita questa settimana a Roma. Il suo notevole Report del 2007 è intitolato Growing Together in Unity and Mission.
Per il libro Celebrating a Century of Ecumenism: Exploring the Achievements of International Dialogue, curato da John A. Radano e dal cardinale Kasper e pubblicato nel 2012, Jeffrey Gros, FSC, ha scritto un capitolo, concludendo:
«ERCDOM è stato pionieristico, (1) per il suo fondamento in due testi importanti, The Lausanne Covenant (1974) e l’esortazione post-sinodale di Papa Paolo VI Evangelii Nuntiandi (1975), (2) per la metodologia del dialogo e (3) per la qualità del suo testo ... Ha aperto la strada a un’importante innovazione nelle conversazioni bilaterali patrocinate dalla Santa Sede».
Alla fine, ERCDOM ha condotto ai dialoghi del World Evangelical Alliance e dei cattolico- romani e al Report congiunto del WCC, della Chiesa cattolico-romana e del World Evangelical Alliance, Christian Witness in Multireligious World: Recommendations for Action (2011).
Nella mia introduzione ho citato una e-mail inviatami dal Vescovo Basil Meeking ed è appropriato che egli abbia l’ultima parola. Così, io termino con la conclusione della sua e-mail.
È stato incoraggiante che questo Report sia stato utilizzato per la discussione in diversi luoghi da gruppi di evangelici e cattolico-romani interessati della missione. Esso ha svolto anche un ruolo nell’aprire e nutrire relazioni positive e benefiche tra alcune organizzazioni evangeliche e la Santa Sede. Ma è anche vero che il potenziale del Report per una rinnovata comprensione della missione e per una testimonianza comune non è stato ancora pienamente sfruttato.
Mi permetto di suggerire che sia intrapreso un nuovo passo. Si potrebbe presentare il Report alla Plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli? Il SEDOS e le Unioni dei Superiori Generali potrebbero poi seguirne l’esempio, al fine di risvegliare una rinnovata consapevolezza da parte cattolico-romana. Uno sforzo simile sarebbe auspicabile tra i principali organismi evangelici internazionali e nazionali.
Sono convinto che, se preso ora sul serio, il rapporto ERCDOM possa offrire uno stimolo solido per il progresso della Chiesa cattolico-romana e degli organismi evangelici verso una comprensione comune, condividendo e proclamando la ‘fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre’(Giuda 3) (ERCDOM pagina 92).
Forse le celebrazioni che si svolgono in questa settimana del 50° anniversario della visita dell'Arcivescovo Michael Ramsey a Papa Paolo VI e della fondazione del Centro Anglicano di Roma, potranno contribuire all’adempimento dei suggerimenti del Vescovo Basil Meeking.
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